giovedì 7 luglio 2011

Machu Picchu: 100 anni per Bingham. 15 anni per me.

1oo anni fa, nel mese di Luglio, veniva scoperta la città Inca di Machu Picchu.
Luogo sacro per i Peruviani (e non solo), fitto di misteri ancora non risolti e patrimonio mondiale dell'Unesco.
Prima che fosse eletto una delle sette meraviglie del mondo nel 2007, io lo visitai.Era il 1996, avevo 21 anni, ero al terzo anno di università, e quel viaggio in Sud America fu il primo VERO viaggio della mia vita.  

Le foto, di pessimissima qualità perché già in partenza scadenti e in più passate allo scanner poi, ritraggono me e Federica (mia cugina/sorella) durante la nostra visita.
Nella prima foto io e Fede sul treno da Cuzco ad Aguas Calientes. Quasi 4 ore di viaggio su un trenino che neanche nel libro Cuore te lo puoi immaginare tanto era basic e scalcagnato. Io ricordo benissimo le folate di aria gelida entrare dai finestrini e arrivarmi dritte dritte alla schiena (nonostante i due maglioni di lana, rigorosamente peruviani).

Nella seconda foto è ritratto il Machu Picchu dall'alto dell'Huayna Picchu, la montagna di fronte al sito la cui vetta si raggiunge in un'oretta circa di ardua e faticosa arrampicata. La cosa incredibile è che io l'ho scalata la montagna mentre Federica che negli ultimi anni frequenta arrampicatori e montagnini (per merito o colpa del suo sposo) aveva desistito, aspettandoci alla base in compagnia di due Lama sputacchianti. Tralascerei la descrizione della mia scalata fantozziana, ma voglio ricordare il ragazzo ipersportivo e gentile gentile che, impietosito dai miei occhi disperati post sforzo e dal fiatone con risucchio, mi offrì una banana che aveva nello zainetto per ridarmi un po' di forze. Quella banana, consumata  là, sul cucuzzolo, con il Machu Picchu davanti è senza dubbio la banana più buona che io abbia mai mangiato in tutta la mia vita.

Nella terza foto io e Fede tocchiamo la pietra che si dice dia energia al corpo ed alla mente perché posizionata in un luogo strategico della zona archeologica. Non ricordo una particolare energia dopo lo strusciamento,e credo che  le nostre espressioni facciali improbabili ne diano testimonianza.
Segue una foto che ritrae due meravigliose bambine di Cuzco.

Il giorno in cui visitammo Machu Picchu pioveva, di una pioggerellina sottile sottile. Alcuni Peruviani là presenti ci dissero che era un peccato. Perché era col sole che la montagna segreta dava il meglio di sé. Da allora sogno di tornarci e di trovare il sole. Per ora mi accontento di pensare a quel Luglio di 100 anni fa e all'emozione infinita che un americano un po' strampalato deve aver provato di fronte a tanta MERAVIGLIA.









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